La sfida delle pari opportunità
La pari opportunità tra uomini e donne è una delle sfide decisive per il nostro Paese che, anche in questo, dimostra una grande arretratezza e il bisogno di modernizzazione. Da studentesse, le ragazze accedono alla formazione universitaria in percentuale superiore a quella dei ragazzi, specie nei corsi a numero chiuso, e ottengono risultati mediamente superiori.Come è possibile che poi nel mondo del lavoro, nel terzo millennio, abbiano più difficoltà a trovare posto, e soprattutto un buon posto, prendano stipendi più bassi per lavori comparabili a quelli degli uomini e abbiano meno possibilità di carriera?
E’ possibile che il Paese e anche l’Università di Padova impieghino così male questo grande patrimonio di cui dispongono?
Il lavoro di cura, ancora in gran parte svolto esclusivamente dalle donne, ma anche fattori culturali, storici e organizzativi sono alla base di questa situazione.
Il work/life balance evidenzia subito il contributo fondamentale che, sommando lavoro e famiglia, le donne assicurano alla nostra società.
Come recuperare questa condizione di arretratezza partendo dalla nostra Università?
Prima di tutto a livello conoscitivo, impostando una analisi puntuale sul grado di partecipazione e sul tasso di successo delle donne nei concorsi di accesso alle varie carriere, nelle “promozioni” e negli incarichi elettivi o selettivi. Una analisi che deve spingersi a identificare e quantificare le cause del minor successo delle donne sul lavoro. Tale analisi è indispensabile per promuovere una politica proattiva di riequilibrio che vada ad agire sui punti critici della filiera lavorativa.
Nel frattempo sarà indispensabile attivare una serie di misure per rimuovere o limitare l’effetto negativo che l’assenza di adeguate politiche di conciliazione lavoro - famiglia provoca. Ho dimostrato concretamente, da Preside di Agraria, il mio impegno in questa direzione, portando avanti con decisione la proposta di realizzare un asilo nido aziendale ad Agripolis, in partnership con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, con Veneto Agricoltura e con il sostegno finanziario della Regione Veneto. Nonostante tutti gli sforzi, il nostro Ateneo non ha partecipato all’iniziativa e l’asilo nido di Agripolis sta sorgendo senza di noi. E ora qualcuno sostiene perfino che la mancata partecipazione dell’Università è stata decisa per non compromettere la possibilità di realizzare un asilo nido di Ateneo a Padova (di cui non esiste ancora nemmeno il progetto).
L’università a Padova ha bisogno di un asilo nido per un duplice scopo, contribuire alla conciliazione lavoro - famiglia delle sue dipendenti e delle sue studentesse e dottorande (e magari anche dei loro colleghi maschi) e come un laboratorio vivente, didattico e scientifico, per tutte le discipline che ruotano attorno alle problematiche della prima infanzia, a cominciare, ovviamente, da quelle della formazione e della psicologia dell’età evolutiva. Se sarò eletto mi impegno a portare avanti una progettazione edilizia, organizzativa e finanziaria seria e a ricercare con decisione risorse finanziarie dentro e fuori dell’Ateneo.
Ma, oltre all’asilo nido, è di una vera e propria politica proattiva di pari opportunità di genere che abbiamo bisogno, una politica che tocchi in modo coordinato tutti i punti critici che saranno stati evidenziati e quantificati, passando attraverso un bilancio di genere delle risorse utilizzate dall’ateneo, e di cui il telelavoro, soprattutto prima e dopo il congedo obbligatorio, è solo uno degli aspetti (formazione mirata, orari, flessibilità, tempo parziale orizzontale e verticale - specie durante l’estate - ecc.). La risposta non può che venire, da un lato, dall’utilizzazione delle competenze scientifiche che, su questo tema, abbiamo nel nostro Ateneo e dall’altro dalla valorizzazione dell’opera del Comitato Pari Opportunità, anche assicurando una fruttuosa collaborazione con i diversi servizi dell’Amministrazione Centrale.
I nomi dei colleghi che collaborano con me, riportati sulla stampa nei giorni scorsi, riflettono l’attuale squilibrio di genere esistente nel nostro Ateneo, d’altra parte non ho ritenuto di esporre prima delle elezioni nominativi di colleghe che collaborano con me anche come segno di rispetto e per non incorrere in una forma di loro sfruttamento per fini elettorali. Se sarò eletto, non dubitate, potrete verificare il livello di coinvolgimento delle donne nella squadra del Rettore e, più in generale, nel governo dell’Ateneo.
Considero il raggiungimento di una pari opportunità vera tra donne e uomini un impegno morale, prima che elettorale.
Cordiali saluti.
