il Codice Etico

I temi etici sono fra i più dibattuti dalla società civile, dalla politica, dai mass media. Superando sempre più spesso l’ambito personale o la riflessione religiosa, essi stanno coinvolgendo direttamente l’Università, sia come scenario culturale in cui affrontare il dibattito, sia come contesto istituzionale in cui comportamenti eticamente censurabili possono verificarsi.

Sono persuaso che l’Ateneo debba discutere al suo interno, non solo su ciò che è legalmente corretto, ma sempre di più su ciò che è eticamente giusto.

Il primo obiettivo che intendo proporre è quello di elevare la tensione morale che deve accompagnare i nostri comportamenti quotidiani per ricordarci, se ce ne fosse bisogno, il nostro ruolo di dipendenti pubblici, pagati con i soldi dei contribuenti, titolari di una grande responsabilità nei riguardi degli studenti, dei loro genitori, del territorio, del Paese.

Il secondo obiettivo che pongo all’attenzione di chi lavora nell’Università è duplice: da un lato impedire, per quanto possibile, e censurare comportamenti non corretti ma, dall’altro, difendere chi opera nell’Ateneo da accuse superficiali, generate a volte da atteggiamenti scandalistici per nulla costruttivi.

In quest’ottica mi propongo di individuare gli strumenti per difendere e valorizzare l’immagine della nostra Università, sia creando le condizioni di controllo perché gli scandali veri non si verifichino, sia garantendo coloro che corrono il rischio di diventare bersaglio di critiche ingiuste o immotivate.

Intendo affrontare questo snodo cruciale ponendomi a tre livelli successivi.


Il mio codice etico come candidato

Il primo livello di azione dipende esclusivamente da me stesso ed è l’insieme dei comportamenti che intendo adottare in questa campagna elettorale.

Nel propormi come candidato a Rettore della nostra Università desidero infatti rendere esplicito il mio impegno ad agire secondo principi di correttezza e trasparenza nel predisporre, illustrare e discutere il mio programma di governo dell'Ateneo.

Sono profondamente convinto che esistano alcuni valori fondamentali che salvaguardano le interazioni all'interno dell'Università. Tra questi vi sono il rispetto per l’istituzione e i suoi organi di governo, il rispetto per le persone, il rispetto per l'informazione.

Intendo perciò prendere fin d'ora posizioni nette su alcune questioni di fondo riguardanti il metodo di governo.

Il principio fondamentale che intendo seguire è di non anteporre mai gli interessi miei o di altri a quelli dell’Ateneo e, più in generale, del Paese.

Ne discendono alcuni corollari specifici tra i quali:
  • non accettare sponsorizzazioni o risorse o favori da nessuno, se finalizzati a ottenere favori o risorse a spese dell’Università;
  • non promettere favori finalizzati a ottenere appoggio nella campagna elettorale e voti nelle elezioni;
  • non promettere cariche, favori, risorse o aiuti dopo l’elezione in cambio di appoggi e voti;
  • essere disponibile a farmi carico dei problemi e delle necessità delle strutture impegnandomi, se sarò eletto, ad affrontarli secondo i principi enunciati nel paragrafo seguente.
Il secondo principio importante è quello di assicurare il rispetto delle persone, degli altri candidati prima di tutto.

I corollari che ne derivano sono:
  • fair play nei riguardi degli altri candidati e, anche nella dialettica elettorale, non abbassarsi ad utilizzare questioni personali;
  • disapprovare che altre persone, soprattutto se miei sostenitori, utilizzino la denigrazione o la critica personale.
Il mio codice etico come Rettore

Se dovessi essere eletto, mi impegno personalmente a sviluppare il secondo livello di azione, secondo i principi che ho già enunciato, ma in relazione alla mia attività di Rettore:
  • non anteporre, e nemmeno confondere, interessi personali o di familiari o di amici o di singoli o gruppi a quelli dell’Università (l’Università sempre prima di tutto);
  • affrontare la soluzione dei problemi specifici con regole chiare, trasparenti e condivise (non trasformare i diritti in favori);
  • non farmi condizionare nelle scelte e nelle valutazioni dal fatto che singoli colleghi o strutture mi abbiano appoggiato o meno durante la campagna elettorale o dopo;
  • non condizionare l’attività e le scelte in funzione di una successiva campagna elettorale di conferma o di future attività esterne all’Ateneo.
Un altro principio che ritengo fondamentale è che l’Università non va equiparata a sistemi di governo in cui gli organi collegiali rappresentano il potere legislativo e il Rettore e suoi prorettori e delegati quello esecutivo. Non ritengo che il Rettore debba diventare il titolare del potere esecutivo, ma un primus inter pares.

Da questo principio derivano alcune consenguenze:
  • che il ruolo del Rettore deve essere prima di tutto di guida e proposta e poi di controllo e garanzia;
  • che, in accordo con il nuovo Statuto, spetta al Senato Accademico il ruolo di elaborare le decisioni strategiche generali e di porsi quale responsabile delle scelte di fondo (ricerca, didattica, organizzazione, risorse umane, edilizia, rapporti con la città, il territorio, il governo, gli organismi internazionali, ecc.) in un’ottica di bilanciamento dei poteri con il Consiglio di Amministrazione;
  • che il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione devono essere messi in grado di affrontare i temi cruciali per l’Ateneo, prima di tutto sfrondando gli ordini del giorno dei troppi compiti burocratici e gestionali e assicurando una tempestiva e completa informazione;
  • che l’amministrazione centrale e periferica deve essere maggiormente responsabilizzata, valutata, valorizzata e, se necessario, riorganizzata;
  • che il Rettore, e i suoi prorettori e delegati, non devono avere ruoli di gestione e ripartizione delle risorse ma di indirizzo e valutazione.
Un altro principio in cui credo è che le cariche elettive, a maggior ragione quella di Rettore, non devono mai diventare un mestiere.

Ne consegue:
  • che chi è eletto deve ricordarsi di essere un docente e ricercatore dell’ateneo temporaneamente impegnato in un ruolo organizzativo;
  • che la durata dei mandati non deve essere troppo lunga, anche per favorire il ricambio di persone e la proposta di nuove idee;
  • che l’indennità di carica deve essere decorosa ma non sproporzionata rispetto al ruolo di primus inter pares e tale da diventare possibile motivazione alla candidatura;
In relazione a questi due ultimi punti, se eletto proporrò al Senato Accademico e al Consiglio di Amministrazione una congrua riduzione dell’indennità di carica del Rettore.

Inoltre, nell’ipotesi che una nuova legge sulla governance delle Università ci induca a una ulteriore modifica di statuto, proporrò all' Assemblea Costituente il ritorno ai due mandati di tre anni.

Il codice etico dell’Ateneo

Nel caso della mia elezione, mi impegno a portare a compimento Il terzo livello di azione, ossia quello di investire il Senato Accademico del compito di discutere e approntare un codice etico di Ateneo. Già nella seduta di febbraio del Senato Accademico, a seguito delle polemiche sul nepotismo, ho proposto di cominciare a discutere di un Codice Etico di Ateneo.

Nel rispettare quanto è previsto dalle leggi vigenti, non possiamo trascurare il valore aggiunto che deriva dalla accettazione di una serie organica di considerazioni etiche.

Un Codice Etico è un punto di riferimento necessario per definire norme di comportamento che l’Università si propone di adottare nelle relazioni interne ed esterne, ove non interviene la legislazione nazionale.

Il Codice Etico non è un regolamento ma è un insieme di linee-guida ispirate a principi di correttezza, imparzialità e trasparenza su aspetti importanti della vita accademica. Temi quali il conflitto di interessi, il nepotismo, il favoritismo, l’azione amministrativa, i rapporti con la società civile, la proprietà intellettuale, richiedono che vengano formulate norme etiche condivisibili alle quali richiamarsi a tutti i livelli della vita accademica.

Una Commissione Etica, costituita da probi viri di indiscussa e condivisa autorevolezza, dovrà assumere funzioni consultive, di indagine e di controllo per quanto riguarda il rispetto delle norme del Codice. Le sue funzioni saranno di censurare e rimuovere comportamenti scorretti, ma anche di sancire la correttezza di chi fosse ingiustamente accusato. I suoi atti dovranno essere adeguatamente motivati.



Firma Giovanni Bittante
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